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Dipartimento delle Finanze - Consultazioni pubbliche

Consultazioni chiuse

Commissione Europea-Comunicazione sul piano di azione dell'IVA

Inizio consultazione: 2 maggio 2016
Termine invio contributi: 15 giugno 2016

Argomento:

 

07.04.2016 - la Commissione Europea ha adottato un Piano d'azione sull'Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) intitolato Verso uno spazio unico europeo dell' IVA, teso a realizzare un'area unica dell' IVA europea.

Il Piano di Azione IVA sollecita:

la conclusione a breve termine di iniziative politiche in corso con riguardo allo sviluppo dell 19economia digitale e delle piccole e medie imprese (PMI) e alla revisione degli enti pubblici;

l'adozione di misure urgenti per contrastare le perdite IVA, migliorando la cooperazione unionale e con i Paesi Terzi, l'efficienza delle amministrazioni fiscali, l osservanza volontaria della normativa, la riscossione dell'imposta, e anche valutando deroghe temporanee per consentire agli Stati membri di lottare contro la frode IVA nazionale strutturale;

anche allo stesso fine la realizzazione, a medio termine, di un sistema di tassazione analogo per le transazioni interne e per le transazioni intracomunitarie, quale regime definitivo dell'imposta, realizzabile in due fasi che preveda il ricorso al mini sportello unico (Mini One Stop Shop 13 MOSS);

l'aggiornamento del sistema delle aliquote ridotte IVA, con il riconoscimento di una maggiore flessibilità agli Stati membri attraverso il mantenimento dell'aliquota normale e la revisione e ampliamento periodico dell'elenco delle categorie di beni e servizi cui l'aliquota ridotta è applicabile, ovvero, con una maggiore autonomia degli Stati membri nel fissare il numero e il livello delle aliquote, con abolizione dell'elenco.

 



Esito:

 

 Le principali questioni rappresentate

Dai contributi pervenuti tramite la Consultazione pubblica sono emerse osservazioni in particolare

rispetto alle seguenti questioni:

• Conclusione a breve termine di iniziative politiche recenti e in corso, con riguardo

all’adattamento del sistema dell’IVA all’economia digitale e alle esigenze delle PMI

Nel quadro della strategia per il mercato unico digitale, la Commissione presenterà entro fine 2016

una proposta legislativa per modernizzare e semplificare l’IVA nell’ambito del commercio

elettronico transfrontaliero.

Il 66% degli Utenti ha accolto favorevolmente le proposte di semplificazione delle norme sul

commercio elettronico.

Tra essi, il 50% ha manifestato il suo apprezzamento sia per le misure volte a garantire che le

pubblicazioni online possano beneficiare delle stesse aliquote applicabili alle pubblicazioni

cartacee, sia per le altre proposte per ridurre la complessità applicativa dell’imposta.

L’altro 50% ha valutato positivamente la proposta di estendere lo sportello unico a tutte le

transazioni di e-commerce diretto ed indiretto, nonché l’introduzione di una soglia dell’IVA a

sostegno delle piccole start-up che operano nel commercio elettronico.

A proposito della previsione di soglie di fatturato, però, il 33% degli Utenti sottolinea come sia

necessaria un’attenta valutazione tra i benefici che gli operatori di piccole e piccolissime

dimensioni potrebbero ottenere dalla previsione di norme derogatorie o soglie di esonero, ed i

costi in termini di complessità sistematica associabili a tali deroghe.

Nell’ambito della strategia per il mercato unico, invece, la Commissione presenterà nel 2017 un

pacchetto di semplificazione globale per le PMI, in quanto soggetti che proporzionalmente

sostengono costi di conformità più elevati rispetto alle grandi imprese, con l’obiettivo di creare un

ambiente favorevole alla loro crescita e agli scambi transfrontalieri.

Il 33% degli Utenti, al riguardo, sottolinea come la Commissione dovrà prestare particolare

attenzione alle norme che hanno una diretta incidenza sulle PMI nel valutare le possibili proposte,

partendo dal principio “pensare anzitutto in piccolo”.

Tra le ipotesi considerate, in merito all’introduzione di un regime in franchigia IVA, in virtù della

mancata armonizzazione a livello europeo dell’obbligo di partita IVA, sarà fondamentale garantire

la certezza sulla natura giuridica dei soggetti fra i quali si pongono in essere le operazioni.

Per quanto riguarda l’IVA per cassa, tali Utenti propongono di introdurre tale regime anche ai fini

della determinazione del reddito da parte delle imprese in contabilità semplificata.

• Adozione di misure urgenti per contrastare le perdite IVA

In attesa di realizzare il sistema definitivo di tassazione degli scambi intracomunitari, la

Commissione intende intervenire urgentemente su più fronti per contrastare le perdite IVA,

migliorando la cooperazione unionale e con i Paesi Terzi, l’efficienza delle amministrazioni fiscali,

l’osservanza volontaria della normativa, la riscossione dell’imposta, e anche valutando deroghe

temporanee per consentire agli Stati membri di lottare contro la frode IVA nazionale strutturale.

Il 33% degli Utenti apprezza l’attenzione della Commissione alla prevenzione delle frodi che

rappresentano un grave ostacolo allo sviluppo economico e civile dell’Italia e dell’UE,

danneggiando enormemente gli operatori economici in buona fede. Tali Utenti sono quindi

favorevoli all’adozione di misure urgenti previste dal Piano d’azione, evidenziando la necessità di

non creare ulteriori oneri di compliance a carico delle imprese, considerate già oberate.

Il 66% degli Utenti mostra invece delle perplessità sull’avvio del progetto pilota di applicazione

temporanea di un meccanismo generalizzato di inversione contabile limitato ad alcuni Stati

membri, in deroga ai principi generali della Direttiva IVA.

Il 50% di questi teme che gli schemi frodatori possano spostarsi da uno Stato membro all’altro, per

cui considererebbe più coerente l’applicazione di un tale meccanismo in tutti gli Stati membri.

Tuttavia, concentrando la riscossione dell’imposta nell’ultima fase della catena distributiva, i

meccanismi frodatori potrebbero diventare più frequenti in quest’ultima fase, con conseguenze

molto pesanti sul gettito dell’imposta.

L’altro 50%, d’altra parte, ritiene che questo meccanismo andrebbe a snaturare l’attuale sistema

di prelievo dell’IVA. Tali utenti, inoltre, evidenziano come la stessa Commissione abbia espresso

più volte seri dubbi sul reverse charge come sistema anti-frode, e come anche a livello nazionale di

tale efficacia non sia stata data ancora evidenza.

• Verso un solido spazio unico europeo dell’IVA

L’attuale sistema dell’IVA per il commercio transfrontaliero lascia eccessive possibilità di porre in

essere operazioni fraudolente. Nel 2017 la Commissione intende presentare una proposta per

realizzare, a medio termine, un sistema definitivo dell’imposta per pervenire, in due fasi, alla

creazione di uno spazio unico europeo dell’IVA.

Il 100% degli Utenti ha manifestato un apprezzamento generico per l’intenzione della

Commissione di riformare il sistema e definire un assetto definitivo delle regole di applicazione

dell’IVA, data l’urgente necessità di porre mano ad un sistema impositivo che da lungo tempo

richiede di essere modernizzato e semplificato.

Il 66% degli Utenti, in particolare, ritiene che il sistema proposto dalla Commissione sia

interessante perché rappresenterebbe un utile strumento di contrasto alle frodi comunitarie,

soprattutto le cd. frodi carosello. D’altra parte, questi stessi Utenti temono che il nuovo sistema

possa diventare troppo complesso da gestire per gli operatori in termini di compliance, diventando

un’ulteriore fonte di complicazioni soprattutto per le PMI.

Il 50% di tali Utenti preferirebbe che il nuovo sistema si basasse su criteri che prescindono dalla

movimentazione fisica dei beni per adottare quelli che sono attualmente utilizzati in materia di

prestazioni di servizi.

L’altro 50%, invece, sottolineando la difficoltà per le aziende operanti con diversi paesi dell’UE nel

venire a conoscenza delle differenti aliquote IVA vigenti nei singoli territori di destinazione,

propone due soluzioni: l’implementazione dell’attuale sportello unico MOSS o la creazione di

appositi sportelli unici informativi per fornire tutte le informazioni necessarie alle imprese, ovvero,

l’applicazione di un’“aliquota media” alle sole transazioni intracomunitarie, con successivo

conguaglio da parte dell’acquirente.

Il restante 33% degli Utenti, infine, manifesta una particolare esigenza dei servizi finanziari, per i

quali il principio di tassazione a destinazione comporterebbe non solo la mera individuazione

dell’aliquota “tabellare” applicata all’estero, ma anche una preventiva verifica sul regime

“sostanziale” applicabile alla singola operazione, a causa dalla mancata realizzazione della

omogeneizzazione del trattamento IVA del settore. L’attuale incertezza giuridica dovrebbe quindi

essere sanata da idonei strumenti informativi, che forniscano agli operatori informazioni ufficiali

ed aggiornate sul trattamento IVA di ogni cessione o prestazione eseguita.

In merito al regime transitorio proposto dalla Commissione europea, per cui le nuove norme

verrebbero in una prima fase applicate solo ai soggetti che hanno ottenuto una forma di

certificazione da parte delle proprie autorità fiscali, il 66% degli Utenti ritiene che – nonostante la

riduzione dei costi di compliance delle imprese – si andrebbe a creare un sistema “ibrido”, che

allontanerebbe l’obiettivo di semplificazione del sistema IVA, obbligando gli operatori alla

conoscenza delle singole regole e interpretazioni di ogni Stato membro e alla verifica dello “status”

fiscale di ogni controparte (certificata o non certificata).

• Verso una politica modernizzata delle aliquote

La Commissione propone un aggiornamento del sistema delle aliquote ridotte IVA, che riconosca

una maggiore flessibilità agli Stati membri. La normativa vigente, in particolare, dovrebbe essere

aggiornata per tener pienamente conto degli sviluppi tecnologici ed economici, senza però che

questo comporti rischi per il funzionamento del mercato unico o per la concorrenza. Nel Piano

d’azione sono presenti due opzioni di riforma: il mantenimento dell’aliquota normale,

accompagnato dalla revisione e dall’ampliamento periodico dell’elenco di beni e servizi cui è

applicata l’aliquota ridotta, ovvero, una maggiore autonomia degli Stati membri nel fissare il

numero ed il livello delle aliquote, con l’abolizione dell’elenco e dell’aliquota normale minima.

Il 33% degli Utenti mette in guardia da un’eccessiva deregolamentazione, che rischierebbe di

tradursi in maggiori oneri di compliance per le imprese.

• Altre osservazioni pervenute

Il 33% degli Utenti ha manifestato la propria delusione per la mancata modernizzazione del

trattamento IVA dei servizi finanziari, cui il Piano d’azione non dedica spazio.



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